mercoledì 9 giugno 2010

BORIS


E' curioso come la prima serie televisiva italiana davvero riuscita (a mio avviso almeno) sia una parodia delle produzioni televisive italiane stesse.
In un set che potrebbe essere tranquillamente quello di "cento vetrine" o di "vivere" sono ambientate le vicende che stanno dietro alla produzione de "gli occhi del cuore 2".
Tutti, tecnici e regista compresi, pensano che la serie faccia davvero schifo, ma le leggi economiche di questo tipo di produzione fanno si che le scene e gli episodi vengano comunque "portati a casa" ogni giorno.
Tra una recitazione a "cazzo di cane" non solo apprezzata ma richiesta dallo stesso regista Renè (Francesco Pannofino) e una fotografia "smarmellata" dal pigro Duccio (Ninni Bruschetta), la serie (il cui nome "Boris" deriva da quello del pesce rosso che fa da compagno di regìa a Renè) mette in luce le penose dinamiche che non permettono in Italia il fiorire delle serie Tv che sono ormai appannaggio dei soli Stati Uniti e che noi ci limitiamo a scimmiottare (avete presente il raccapricciante RIS?).
L'originalità, il concentrarsi su di un ambito prettamente italiano ma con un taglio veloce e leggero (le puntate durano 25 minuti) e il cast decisamente azzeccato (c'è anche Caterina Guzzanti), fanno di Boris una serie a cui dare una chance.
Anche chi, come me, odia le produzioni italiane in generale deve dare almeno un occhiata alla prima serie.
Tra parentesi siamo già alla terza.