Scrivo questo post con un pò di vergogna poichè non sono stato ieri al circo Massimo pur avendone avuto la possibilità, infatti mi era stato proposto un week-end all'insegna dell'attivismo politico da un amico che insieme ai giovani del partito democratico del suo comune ha organizzato una vera e propria spedizione a supporto della manifestazione veltroniana.
Poco male, visto che in tanti invece c'erano e si sono fatti sentire.
Non mi soffermerò sui commenti dei vari esponenti di maggioranza che si ridicolizzano da soli, uno tra tutti Gasparri che sostiene l'esiguità del numero dei manifestanti...almeno visti dall'alto (parole sue).
Senza commenti.
Comunque mi sembrava carino aldilà del commento di una giornata fantastica per la democrazia (quella vera, non quella millantata dal B-bonsai), postare delle immagini che ha pubblicato Repubblica.it che ben esprimono il senso della manifestazione.
Sputtanare l'Università come stanno tentando di fare (notare articoli 16 e 66 qui ----> http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm), non solo ci fa tornare indietro ADESSO, ma ci proietta verso un futuro fatto di persone che concepiscono l'istruzione appannaggio di chi sa già che un futuro ce l'ha e non di chi vuole avere comunque l'opportunità (legittima) di crearselo.
Per intenderci, come ha detto Veltroni, la scuola sarà sempre più considerata come accessoria della propria carriera e non determinante: infatti la carriera si fa molto più semplicemente con le conoscenze (relazionali e non culturali) e salendo sui cadaveri degli altri, questo è quello che da sempre le ideologie di destra (se ancora si può parlare in questi termini) sembrano suggerire, e questa riforma ne è la prova.
Esserci è stata una di quelle esperienze che ti capitano una volta nella vita. 13 kilometri di corteo pieni di gente, oltre al circo massimo, e sapere di farne parte, sono sensazioni che si possono solo provare. Una manifestazione che non è servita alla desta (che non sente dialoghi o consigli), ma ha finalmente riunito la sinistra moderata. Si riparte dal 25 ottobre, la strada è ancora lunga, ma l'Italia che odia il razzismo, il clientelismo, le mafie, i soprusi, i criminali, le guerre coloniali. Questa Italia era lì. E questa Italia non si arrende.
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